Caro Ministro

Caro Ministro, ha ragione.
Sulla scuola non può pesare nessuna visione ideologica e proprietaria.
La scuola è del Paese, del suo futuro e di quello delle generazioni che la attraversano.

Proprio perché condividiamo questa visione le chiediamo che quanto da Lei dichiarato si traduca in azione, evitando che scelte così importanti come la revisione delle Indicazioni Nazionali tengano fuori il mondo della scuola nella sua pluralità.

La commissione da lei nominata “composta da esperti di comprovata qualificazione scientifica e professionale con il compito di elaborare e formulare proposte volte alla revisione delle Indicazioni” è composta da soli docenti universitari di pedagogia. Per altro, senza rappresentare il pluralismo delle aree culturali della ricerca educativa. Non sono presenti esperti disciplinari. E soprattutto manca il mondo della scuola.
Non ci rassicura che lei abbia dichiarato che saranno coinvolti insegnanti, dirigenti, associazioni professionali in una fase successiva, una volta che la commissione da lei nominata ha già definito le prospettive di cambiamento delle I.N. e tracciato i percorsi.

Le Indicazioni Nazionali come lei saprà sono nate da un’altra storia.
Sono state elaborate da uomini e donne di scuola e dell’università, dopo un lungo percorso di riflessione, confronto. Ed è in forza di questo, Signor Ministro, che le I.N. continuano a restare un riferimento fondante capace di orientare il fare scuola, tracciandone obiettivi e traguardi di competenza nel quadro di finalità educative e scenari socioculturali fortemente attuali.
Le Indicazioni nazionali si cambiano quando risultano superate dalla storia. Perché rivederle ora? Quali sarebbero i loro aspetti invecchiati? E Perché non condividere con il mondo della scuola questa esigenza di cambiamento?

Non le nascondiamo signor Ministro che questo suo grande attivismo riformistico sulla scuola ci preoccupa.

Si stanno modificando le norme sulla valutazione del voto in condotta, sulla valutazione degli apprendimenti alla primaria, sono stati riformati gli istituti tecnici e professionali…
In un’organizzazione complessa come la scuola italiana le chiediamo quanto tutto questo potrà rispondere ai bisogni reali e alle priorità di qualificazione del sistema senza superare i limiti di sostenibilità del sistema stesso?
È questo, Signor Ministro, un aspetto per niente trascurabile per evitare quello che lei afferma: gli interventi sulla scuola non devono rispondere a logiche ideologiche e proprietarie.

Roma, 8 maggio 2024