Emilia Vitale, la sua vita come un “Aquilone”
Emilia Vitale non è più con noi. È stata una maestra di scuola primaria, attenta agli apprendimenti, all’educazione e alla crescita dei suoi alunni e delle sue alunne, proponendo percorsi didattici di ricerca e di senso, sempre lavorando in forma cooperativa con colleghe e colleghi, fermamente convinta che l’atto educativo e l’atto politico sono collegati ed interconnessi.
È stata una figura importante dentro alla Rete Aquilone (all’inizio progetto “Il Brasile è un aquilone”), concretizzando la corrispondenza interscolastica tra classi italiane e brasiliane e contribuendo a coniugare gli aspetti interculturali del fare scuola con la solidarietà. La sua azione ha lasciato il segno in Italia come in Brasile, specificamente a Florianópolis, dove ha lavorato tante volte con bambine/i ed educatori ed educatrici, creando elementi di apprendimento e di formazione, ampliando gli orizzonti delle Oficinas do saber, del CEDEP e dell’IVG.
Ha notevolmente contribuito alla realizzazione dell’attuale edificio del CEDEP, sempre a Florianópolis, avendo come riferimento a giustizia sociale e la cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Nel libro Andata e Ritorni (MCE, 1995) Emilia ha scritto: Questo progetto è reso possibile da insegnanti, in gran parte donne, accomunate dalla loro “diversità” e dal ritenersi responsabili della visione del mondo e del clima in cui crescono i bambini.
“Educare alla realtà” è il modo di assumere responsabilmente questo impegno. Pensiamo che entrare in rapporto con una realtà diversa dalla nostra abituale possa avere una forte valenza educativa: pur nella sua aggressività dolorosa, il Brasile ci offre la sua ricerca di trasformazioni e di mutamento, la richiesta di riconoscimento e di confronto, presupposto fondamentale dell’”esserci”, del valore e della dignità di ciascuno.
Ringraziamo Emilia per il contributo forte, deciso e convinto che ha dato alla ricerca didattica e all’educazione come strumento di democrazia e di equità.