Ripartire dallo 0-6


Come ripensare il sistema integrato nell’emergenza

Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola
AIMC, ANDIS, CIDI, CISL SCUOLA, FLC-CGIL, FNISM, MCE,
SNALS-CONFSAL, FEDERAZIONE UIL SCUOLA RUA

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Le soluzioni alle problematiche in ordine alle modalità di ritorno a scuola a settembre per le bambine e i bambini della scuola dell’infanzia e per i più piccoli inseriti nei servizi educativi per l’infanzia devono necessariamente partire da dati di realtà.
Occorre acquisire elementi ed informazioni circostanziate e ben strutturate provenienti da chi la scuola la vive, attraverso il confronto aperto e franco con le rappresentanze dei lavoratori, con le associazioni professionali e tutti gli altri diversi attori che in tutti questi anni hanno profuso il loro impegno per continuare a rendere fruibili opportunità educative fondamentali per lo sviluppo e la crescita. Se questa è una buona regola di comportamento in tempi ordinari, in tempi di prevenzione e contenimento della pandemia, il metodo di comportamento è indifferibile. In questa direzione va l’appena pubblicato documento della Commissione Infanzia Sistema Integrato zero-sei Orientamenti pedagogici sui LEAD: Legami educativi a distanza. Un modo diverso per fare nido e scuola dell’infanzia.

La riflessione del coordinamento prende avvio da una premessa e da alcuni semplici punti.

Premessa
Il Coordinamento ritiene fondamentale non derogare al rispetto delle connotazioni specifiche dei servizi 0-3 e della scuola dell’infanzia. L’identità pedagogica e formativa dello 0-6, ben delineata nei Documenti Programmatici di riferimento, impone la ricerca di una equilibrata relazione tra diritto a una scuola “su misura” di bambino e diritto alla sicurezza. Tutto questo senza mai dimenticare che la scuola dell’infanzia non si identifica con la scuola della cattedra e dei banchi, ma con un ambiente di apprendimento modulare e polivalente rispetto a spazi, tempi e relazioni.

Rilancio delle politiche dell’infanzia e della sua scuola
La quarantena ha determinato per un verso il rafforzamento delle relazioni familiari dall’altro invece ha messo in evidenza le criticità del sistema scolastico, riconducibili alla non rara inadeguatezza delle strutture e delle dotazioni, alla carenza di personale docente e non docente, al dialogo non sempre proficuo con le realtà amministrative. Tutti elementi ineludibili in fase di progettazione della riapertura. La pandemia richiede un ripensamento totale sul modo di tornare a fare scuola con il proprio corpo valorizzando altre relazioni, metodi e risorse. La maturazione e l’apprendimento in queste fasce di età passano tramite la fisicità, che dà importanza al linguaggio non verbale, alla prossimità con i compagni, all’accoglienza e all’empatia degli adulti.
La DAD non può sostituire il rapporto educativo fatto di accoglienza, contatto, routine; i suoi danni sul medio e lungo periodo non sono al momento prevedibili, ma certamente dovranno essere contenuti, con strumenti e metodologie che devono essere rese disponibili soprattutto per i docenti, che esprimono un’esigenza di formazione immediata, mirata su specifici aspetti psicoaffettivi. Tutti gli insegnanti devono essere messi in grado di accogliere adeguatamente bambini e famiglie, variamente portatori di vissuti emotivi forti, anche per la perdita di amici, parenti conoscenti, cui i docenti devono rispondere in maniera professionalmente appropriata.
La didattica a distanza mostra qualche utilità nel mantenere un contatto tra gli alunni e gli insegnanti, ma genera disagio nei bambini per ciò che essi stessi hanno perso, tanto da ostacolare il mantenimento della relazione piuttosto che alimentarla, fino a generare nei genitori confusione sul valore della didattica, assimilata ai cartoni e alle attività di intrattenimento proposti dai canali TV.
Grave errore sarebbe ritenere che il ritorno a scuola risponda al bisogno di risolvere soprattutto un problema famigliare e non prioritariamente a garantire il diritto costituzionale di ogni bambina e di ogni bambino ad avere pari opportunità di sviluppo e di apprendimento. Inoltre la garanzia di questo diritto va affrontata con attenzione particolare per i bambini in situazione di bisogno educativo speciale, disturbi di apprendimento e in condizione di disabilità.

Ripartenza
Va fondata sulle alleanze, anche all’interno dei micro territori in cui il volontariato e il terzo settore saranno di grande supporto al lavoro di regia dei processi di educazione che deve essere necessariamente mantenuto dalla scuola, come punto aggregante per il dialogo tra autonomia degli EE.LL., terzo settore e autonomia scolastica. Oltre alla questione della sicurezza strutturale (ricorso alle mascherine, ai guanti e gli altri presidi di sanificazione che si possono adottare con difficoltà) occorre affrontare l’accoglienza dei nuovi bambini a settembre nelle nuove sezioni, far accettare i nuovi inserimenti in gruppi sezione che hanno funzionato per così poco tempo ed elaborare il distacco del passaggio alla scuola primaria di altri. Occorrerà osservare con attenzione e monitorare il processo di acquisizione delle competenze dei bambini per poter sostenere ciascuno al meglio; sarà indispensabile progettare con efficacia percorsi adeguati diversi a seconda dei bisogni educativi emersi. La pandemia potrebbe diventare occasioni per lanciare una fase laboratoriale a livello nazionale per verificare l’efficacia delle soluzioni adottate.
Nel rispetto del distanziamento e delle regole di sicurezza come procedere per amalgamare i gruppi sezione? Più difficile se davvero occorrerà alternare momenti in presenza a situazioni a distanza. Soluzione questa da evitare il più possibile, cercando di percorrere ogni strada per garantire la scuola in presenza. Con responsabilità vanno previste soluzioni emergenziali come centri estivi, babysitteraggio, scuola nel bosco ecc. È necessario però chiarire che queste soluzioni non sono sostitutive della scuola ma tipologie di servizio che prevedono altre finalità e modalità di intervento. L’atteggiamento cui ricorrere è quello proattivo con la disponibilità a rivedere obiettivi comuni fondati su conoscenze e competenze, alla luce della nuova situazione.

Garanzia per i modelli educativi
La flessibilità organizzativa e l’autonomia scolastica costituiscono gli elementi su cui fondare sistemi di alternanza, la ripartenza e la risposta ai bisogni delle famiglie che tengano conto anche delle esigenze sociali ed economiche, con un netto no a fughe in avanti che mettono a rischio l’intero sistema cedendo a tentazioni agonistiche, più che a dare risposte ponderate.
Va esclusa ogni possibilità di modificare i modelli educativi che hanno assicurato identità, specificità e una propria cultura pedagogica alla scuola dell’infanzia.
La pandemia non deve costituire un alibi per indebolire modelli educativi consolidati come il tempo pieno. Il doppio organico su cui si fonda e a cui si affianca la rete della comunità educante presente in ogni territorio. Sebbene con sensibilità diverse su determinati territori esiste la necessità di rivedere ad esempio la mobilità urbana, l’utilizzo dei mezzi pubblici, la differenziazione degli orari di ingresso a scuola, in un quadro di responsabilità diffusa, che contribuisca a presidiare l’istituzione educativa più importante.

Rapidità
Settembre è dietro l’angolo, la conclusione del corrente anno scolastico è davanti. La costituzione di task force, comitati e gruppi di lavoro anche a livello governativo non rende adeguata attenzione ai tempi necessari alla scuola per organizzarsi e predisporre quanto si renderà indispensabile in termini materiali per la riorganizzazione degli spazi, l’utilizzo dei DPI, la distribuzione di incarichi e mansioni che, in ogni caso, non potrà derogare da quanto definito negli accordi nazionali. Occorrono impegni concreti in termini di risorse, professionali ed organiche, con attenzione all’organico arricchito ed all’implementazione dei contingenti dei collaboratori scolastici.
Le ipotesi di scuola all’aperto, di scuola a spazi integrati, di scuola a piccoli gruppi possono essere realizzati solo in un quadro completo di disponibilità logistiche strumentali e organiche. In ogni caso, qualsiasi soluzione organizzativa va però pensata all’interno a una precisa cornice di senso pedagogica. Usare gli spazi esterni, pensare a percorsi di educazione all’aperto, lavorare per piccoli gruppi non può essere solo una risposta alle misure di distanziamento, ma deve diventare un MODO DI FARE EDUCAZIONE recuperando i valori del patrimonio della pedagogia italiana: la pedagogia della Montessori per piccoli gruppi, quella ambientale, l’educazione alla natura, la pedagogia dell’attivismo.

Misure
Fare di necessità virtù appare come il motto per individuare tutte le misure necessarie ad una vera e profonda nuova partenza:
Interventi di formazione rivolti alla necessità di acquisire competenze didattico-metodologiche in grado di utilizzare al meglio le nuove condizioni di fare scuola e che consentano agli insegnanti di affrontare le rovine che si troveranno nella società e nella scuola a causa del grande numero di perdite di vite umane e di condizioni sociali ed economiche dei bambini e delle famiglie, quelle colpite dalla epidemia, che si sommano a quelle già presenti nella società, colpite dalla crisi, dalla povertà, dalla deprivazione culturale e sociale, rivolte a tutto il personale: docenti, ata e dirigenti scolastici.
Coinvolgimento degli Enti Locali nell’adeguamento delle strutture logistiche, (mappatura degli spazi alternativi e risorse territoriali e sociali).
Utilizzare i fondi resi disponibili a livello nazionale ed europeo anche per incrementare gli organici del personale, e creare condizioni di garanzia e copertura economica delle esigenze del sistema di educazione, istruzione e formazione.
Valorizzare il potenziale offerto dall’autonomia scolastica, nella pratica di tutte le flessibilità organizzative che renderanno possibile mantenere alla scuola la regia pedagogica e didattica del nuovo, temporaneo scenario, da cui possono nascere opportunità e prospettive trasformative per interventi sullo 0-6 inclusivi e democratici.

Roma, 14-5-2020