La didattica a distanza nello 0-6

La sospensione dei servizi educativi e formativi per i bambini da zero a sei anni causata dal Covid 19 ha determinato una situazione grave e difficile, per i bambini e le bambine, le famiglie, maestri e maestre, educatori e educatrici.
La chiusura inaspettata e improvvisa dei nidi e delle scuole ha creato un senso d’instabilità, d’insicurezza, un cambiamento del ciclo della giornata, della settimana e dell’anno.

Ci siamo accorti all’improvviso che andare a scuola dà un ritmo alle nostre vite e nello stesso tempo costruisce e consolida l’appartenenza a una comunità.
A scuola ci incontriamo, ci confrontiamo, diamo un senso, una direzione alle nostre vite e a quelle di tanti altri, bambini e adulti.
La scuola per noi e per i nostri figli è il luogo fondamentale della vita sociale, spazio di partecipazione, di dialogo e ascolto, è lo spazio dell’educare. (da Scuola oggi: allargare lo sguardo per una resilienza creativa – Documento MCE).

Per superarlo dobbiamo restare insieme e pensarlo anche come un’occasione preziosa di apprendimento per tutti gli insegnanti e per le famiglie.
Non possiamo, né dobbiamo lasciarlo passare senza provare a ricavarne pensieri, progetti, proposte nuove su come fare scuola, altri modi d’incontro con gli altri.
Come viviamo questi giorni? Come vivono l’emergenza i nostri bambini? Come ci sentiamo e quali difficoltà proviamo come insegnanti e come genitori?

I bambini
Nei bambini piccoli l’apprendimento nasce dai sensi e dal movimento e il corpo ne rappresenta lo strumento privilegiato. I processi della conoscenza si costruiscono fondamentalmente attraverso le relazioni, l’esplorazione, la scoperta, la costruzione di esperienze significative.
Quale apprendimento è possibile oggi senza l’interazione attiva e dinamica con il contesto fisico, sociale, emozionale del nido e della scuola?
Privati delle loro routines, dei rapporti di socializzazione con altri pari, di occasioni di esplorazione, manipolazione, i bambini più piccoli patiscono l’assenza di un contesto educativo che promuove il loro sviluppo, che organizza le loro esperienze, in modo variegato e diffuso, attraverso la pratica dei “cento linguaggi” (Malaguzzi).

Le famiglie
Le famiglie si sono trovate all’improvviso di fronte alla fatica di tenere i bambini, chiusi dentro casa, per tante ore durante la giornata, fatica per la quale forse non erano preparati; a loro volta sono in grande difficoltà e per questo spesso si rivolgono a piattaforme, siti web, oggi numerosissimi, chiedendo consigli, attività da presentare ai bambini, per riempirne i vuoti e il tempo.

Anche gli insegnanti e gli educatori, privi del rapporto quotidiano con i bambini, con le famiglie, raccontano di vivere in uno stato di mancanza e d’incertezza.

La scuola a distanza
Oggi che la scuola è chiusa, dobbiamo fare riferimento a un’altra forma di educazione, quella a distanza, l’unico strumento che abbiamo a disposizione.
Abbiamo bisogno dunque di altri mezzi che permettano di vederci, di sentirci, cogli sguardi, con le parole e i toni della voce.
Questi canali, piattaforme, siti web, Facebook, Whattsapp, videochiamate, spesso criticati, nel recente passato perché ritenuti freddi, oggi sono diventati la nostra risorsa primaria, per mantenere relazioni, per superare il senso di isolamento.
In un certo senso c’è da invertire un percorso.
Eravamo abituati, a portare un po’ di casa dentro la scuola, facendo portare ai bambini oggetti transizionali, permettendo alle famiglie di entrare nei servizi, cercando di fare trovare tracce di casa dentro la scuola e dentro il nido.
Forse oggi c’è da fare un percorso al contrario: si tratta di far entrare la scuola nelle case, mandare messaggi, ricordare che la scuola c’è, attraverso incontri, conferme che confortano e rassicurano.

Obiettivi della didattica a distanza con i bambini piccoli
La didattica a distanza ormai è un’attività che è entrata nelle scuole e nelle case e forse durerà a lungo.
Molte piattaforme, molti siti, sono colmi di proposte didattiche trasmissive, basate sull’esecuzione passiva, schede da colorare, produzione di lavoretti a volte privi di senso, tutorial dove si spiega come in un qualsiasi ricettario, ad esempio, come si fa la pasta di sale…
Naturalmente alcuni tutorial possono essere utilissimi per aiutare le famiglie e i bambini a sperimentare nuove attività, ma credo sia importante ricordare il senso, il significato e gli obiettivi della didattica a distanza.
Dobbiamo ricordare che nel caso dei bambini piccoli per i quali le attività educative prevalentemente si realizzano attraverso momenti di cura, di relazione, di esplorazione, la didattica a distanza dovrà essere organizzata attraverso forme di contatto a distanza e proposte educative basate sul gioco, con la mediazione degli adulti.
Occorre ricordare che la relazione educativa, l’ascolto e la cura costituiscono e rimangono le modalità per restare in contatto con i bambini e con le quali fornire alle famiglie suggerimenti e indicazioni sulle possibili attività da svolgere.

La didattica a distanza nella scuola dei più piccoli può essere utile per:
mantenere vivo il sentimento di appartenenza alla comunità scolastica e la necessità dello stare insieme, del condividere, del sentirsi parte di una comunità;
dare continuità all’azione educativa e di portarla nelle case; dare continuità all’esperienza di scuola come luogo di incontro, partecipazione, attenzione e ascolto;
fare sentire ai bambini che ci siamo; rompere la solitudine, l’isolamento nel quale si possono trovare, superare la mancanza della relazione con l’educatrice, con la maestra;
sperimentare nuove forme di incontro tra scuola e famiglia.
trovare proposte didattiche adatte all’età dei bambini, ai loro bisogni, possibilità.

Proposte didattiche nello 0-6
L’atteggiamento da tenere con i nostri bambini e con le famiglie dunque, è innanzitutto un atteggiamento di cura e di ascolto. C’è bisogno di adottare ancora il paradigma della cura, quella che permette di occuparsi di sé, degli altri e del mondo, che in questo caso si concretizza nel continuare a mantenere un “filo relazionale” con i bambini e le bambine che sono a casa, in un momento non semplice per tutti e tutte noi, in accordo con le famiglie.
C’è bisogno di ascolto. Secondo la pedagogia dell’ascolto, l’insegnamento si costruisce innanzitutto attraverso lo stabilirsi di un rapporto e di una relazione educativa: si apprende attraverso un incontro, fatto di affettività, emozioni, empatia, che consentirà in seguito a bambini e adulti di avviare un percorso di crescita e di sviluppo. C’è bisogno di ascoltare i bambini, le loro emozioni, paure, sogni, idee e convinzioni.
In questo momento di forzata separazione, è necessario mantenere vivo il sentimento di appartenenza alla comunità scolastica e la necessità dello stare insieme, del condividere, del sentirsi parte, usando nuovi strumenti e nuove strategie ma tenendo sempre presente la fondamentale importanza che, nel processo educativo, ricopre la relazione.
Sappiamo che non possiamo avere un contatto con i nostri bambini, ma attraverso la didattica a distanza, i piccoli ci possono vedere, possono sentire di essere presenti nello sguardo della maestra e dell’educatrice, di essere pensati.
I bambini possono ascoltarci, sentire i toni empatici della nostra voce, riconoscerla, ricordarla, insieme a quella dei loro compagni. La relazione c’è, non si è rotta, non si è spezzata, e presto riprenderà, anche con contatti diretti.

Come orientarci?
Le proposte da realizzare devono essere esperienze basate sulla leggerezza e sul gioco e possono essere fatte dai bambini con la collaborazione dei genitori, dei fratelli e delle sorelle. Si può alimentare il gioco, stando accanto ai bambini, riscoprendo il valore del gioco, da quello simbolico, a quello con materiali strutturati.
Condividere l’ascolto delle emozioni e degli stati d’animo dei bambini; percepire le loro preoccupazioni e i loro bisogni, al di là di quello che mostrano. Dare la parola ai bambini, renderli protagonisti, raccogliere le loro storie, emozioni, attraverso la costruzione di un libro, un giornalino, la raccolta di disegni, pitture.
Avere cura delle routine e aiutare i genitori a valorizzarle anche a casa: condividiamo l’importanza di scandire il tempo, di rassicurare a orientare i bambini nel sapere come passeranno la loro giornata.
Il tempo della scuola, prima tollerato o sopportato, adesso ci manca. Ci mancano gli ambienti conosciuti e la loro disposizione, l’organizzazione del tempo, la scansione della giornata nei suoi ritmi, l’incontro con gli altri, la rassicurazione emotiva che ci procurano.
La ricostruzione della normalità e quindi del benessere fisico ed emotivo avviene attraverso il recupero delle routines, delle semplici azioni quotidiane.
Il riordino, la cura personale, apparecchiare, sparecchiare, rimettere in ordine, il susseguirsi delle attività quotidiane a casa, offrono ai bambini una serie di occupazioni molto varia, che contribuisce a fissare l’idea di spazio e tempo che a poco a poco diventerà conoscenza.
Dal ripetersi di queste routines (prima mi sveglio, poi mi alzo, poi mi vesto, poi mangio) i bambini riescono a cogliere il senso del prima e del dopo, ad acquisire la capacità di anticipare gli eventi, costruendo un po’ alla volta la mappa temporale e spaziale di questo periodo della propria vita.
Scegliere le proposte: dobbiamo essere portatori di serenità e non di fatiche. Scegliamo delle proposte leggere, divertenti e significative, che possibilmente siano in continuità con le esperienze già svolte a scuola e che facciano ritrovare ai bambini le tracce dei loro vissuti. Proponiamo proposte piacevoli, che facciano star bene, di tipo ludico, costruttivo, espressivo e creativo; giochi, attività, letture, filastrocche, canti ed esplorazioni, anche nella natura, per chi può. E infine cerchiamo di raggiungere proprio tutti, i bambini i più fragili, bambini e le bambine con disabilità e in difficoltà. (M.Butturini, Giunti scuola, Scuola dell’infanzia)

Vediamo alcune proposte:
– ricostruire la propria storia; attraverso la ricerca di foto, dei nonni, dei genitori, della nascita e via via, ricostruire la storia personale e della famiglia;
– costruire un giornalino-diario con l’aiuto dei genitori, dove apporre i disegni, le pitture, gli avvenimenti della giornata;
– vedere insieme dei video ben fatti, imparare filastrocche, ascoltare storie
preparare dolci, dipingere, incollare, prendersi cura delle piante
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Nel Blog Senza Scuola del MCE ci sono alcune proposte d’insegnanti, educatrici/educatori che operano nei servizi e nelle scuole: https://senzascuola.wordpress.com/giorni-senza-scuola-2/zerosei/

Il periodo che stiamo vivendo è difficile, per superarlo dobbiamo restare insieme e pensarlo anche come un’occasione preziosa di apprendimento per insegnanti e per le famiglie.
D’altra parte non sappiamo quanto durerà questo periodo, certo esiste il timore che questa fase per i bambini piccoli sia destinata a perdurare. In particolare con i bambini, con i quali il rapporto educativo è prevalentemente un corpo a corpo, corpi che si lasciano, si abbracciano, s’incontrano in una relazione continua.
Quando riaprirà un nido, una scuola che prevede l’intimità del contatto tra educatori, insegnanti e bambini e la vicinanza nelle interazioni tra bambini e bambini, come insegnare ai piccoli che un abbraccio, un avvicinamento eccessivo può essere pericoloso? Come possiamo immaginare di consolare, asciugare il pianto, fare un cambio, evitando un’intimità che adesso può apparire imprudente?
Forse la didattica a distanza costituirà un nuovo modo di fare scuola, ma allora non possiamo pensarla come all’esecuzione di schede da parte dei bambini o alla produzione di lavoretti e che lascia il bambino solo, senza mediatori, a svolgere le sue attività.
Ci può essere il momento nel quale l’educatrice, l’insegnante racconta o legge una storia, fa un piccolo spettacolo con dei burattini, presenta un lavoro da fare, canta delle canzoni o ripete delle filastrocche. Ma, la partecipazione dei genitori deve costituire parte integrante di questo progetto rivolto ai più piccoli.
Forse questa potrà essere l’occasione per ristabilire un patto educativo con le famiglie, chiedere la loro collaborazione e partecipazione.
La casa allora potrà trasformarsi in un grande laboratorio (F.Tonucci) dove sarà possibile incontrarsi, parlarsi, fare percorsi motori, giocare a nascondino, organizzare caccia al tesoro, sperimentare nuovi piatti da cucinare e da assaggiare, seminare piantine..
Questa emergenza del corona-virus costituirà l’occasione di inviare ancora una volta alle famiglie, il messaggio che il nido e la scuola non sono solo il luogo della custodia, o dell’intrattenimento, ma lo spazio dove si costruiscono apprendimenti e relazioni, dove avvengono gli incontri con gli altri e con i saperi.

Diana Penso e Pia Basile
Gruppo nazionale 0-6 MCE