Editoriale newsletter luglio 2023

Tâtonnement collettivo o ricerca comune di nuove strade?

di Donatella Merlo

In questa mia prima newsletter in veste di segretaria nazionale vorrei ringraziare innanzitutto i co-
segretari per la fiducia che mi hanno dato e per il supporto che mi hanno garantito quando ho

accettato di rivestire questo ruolo, come servizio necessario al Movimento. L’esperienza fatta nel
comitato di segreteria in questi ultimi due anni mi ha permesso di comprendere meglio quanto sia
complessa la gestione di una associazione come la nostra, non solo dal punto di vista organizzativo
e relazionale ma soprattutto per il ruolo politico-pedagogico che rivestiamo, ruolo che in questi
ultimi anni si è dovuto continuamente ridefinire per tenere conto dei cambiamenti in atto a livello

delle politiche ministeriali e di governo e per i nuovi percorsi di ricerca e di riflessione pedagogico-
didattica provenienti dal Movimento stesso.

Ridefinizioni che richiedono molto lavoro, dialogo, dentro e fuori il Movimento, attraversando in
modo cooperativo le incertezze, i conflitti, sempre con apertura critica e costruttiva.
Ma siamo un Movimento e proprio per questo non possiamo… restare fermi o adagiarci sulle
difficoltà e certezze acquisite senza provare a guardare oltre.
E allora dobbiamo continuare a “muoverci” per:
• portare avanti la nostra idea di educazione e di scuola senza farci intimidire dalle “regole” che
ogni nuovo governo cerca di introdurre, non tenendo conto della realtà della scuola, delle
esperienze fatte nel tempo, dei diritti sanciti dalla Costituzione, della voce degli studenti, degli
insegnanti, degli educatori, delle famiglie;
• essere pronti a fare fronte unico con le altre associazioni per mantenere ciò che, a fatica, in
questi anni si è conquistato rispetto all’autonomia scolastica, al ruolo degli organi collegiali, alla
valutazione formativa e all’abolizione del voto, al rapporto con il territorio, alla domanda
crescente di formazione…
• mettere a fuoco e raggiungere nuovi obiettivi: abolizione dei voti anche nella scuola
secondaria, formazione continua degli insegnanti, patti territoriali… nuove visioni rispetto
all’interculturalità (ricerca di strade fruttuose e non discriminanti) e all’inclusione (no ad ogni
forma di medicalizzazione, sì alla sperimentazione di nuove modalità per attuare una pedagogia
differenziata), la realizzazione della continuità da zero a diciotto anni, il tempo pieno per tutti vs
il tempo lungo su richiesta; oltre alle rivendicazioni che devono essere supportate dai sindacati
come il riconoscimento di differenti ruoli dentro la scuola, l’adeguamento degli stipendi e la
definizione di un monte ore settimanale per la progettazione didattica per tutti gli ordini scolari,
nuove regole per il reclutamento degli insegnanti…
• diffondere il nostro nuovo Manifesto pedagogico in cui, alla riconferma del valori che hanno
ispirato da sempre il Movimento, si aggiungono le nuove istanze, frutto della ricerca dei gruppi
cooperativi, della condivisione delle pratiche, della riflessione comune realizzata nelle giornate di

studio, nelle discussioni assembleari; la costante ricerca e apertura critica sulla proposta politico-
pedagogica complessiva di MCE, sull’attualizzazione delle tecniche Freinet…

• cogliere le richieste degli insegnanti e degli educatori rispetto al “fare scuola” e trasformarle
in occasioni di confronto e di studio comune, accettando le inevitabili differenze, le visioni a
volte contraddittorie ma ispiratrici di nuove ricerche, un richiamo alla concretezza a cui si deve
dare risposta, come si è sempre fatto;
• mantenere salda l’idea di cooperazione e il senso del “collettivo” per non disperdere il
patrimonio culturale creato in più di settant’anni di militanza e arricchirlo continuamente di nuovi
stimoli provenienti dal mondo della ricerca accademica che deve trovare forme e spazi per
dialogare con quello della ricerca di base dei nostri gruppi nazionali e con le azioni specifiche che
si stanno concertando nell’equipe 4 passi;

• assumersi personalmente impegni e responsabilità per far crescere il Movimento e garantire il
ricambio generazionale, per dare valore a ciò che si è costruito nel corso degli anni e nel
contempo essere capaci di fare le scelte necessarie per mantenersi in linea con i cambiamenti
continui in atto nella società;
• aprirsi sempre di più verso l’esterno cercando collaborazioni con scuole, università, enti locali,
altri enti del terzo settore, organismi nazionali e internazionali con cui condividiamo finalità e
visioni politico-pedagogiche.
Le cose da fare sono tante, richiedono impegno, molta forza di volontà, capacità di ascolto e di
rielaborazione collettiva per giungere a sintesi condivise.
Ce la faremo se riusciamo a tenere la barra dritta rispetto a quei valori comuni che ci ispirano e ci
danno forza, anche la forza di disobbedire quando le regole che ci vengono imposte dall’alto non
sono coerenti con il nostro progetto educativo. Senza aspettare che la soluzione ai problemi ci arrivi
dall’alto.
Il Movimento è grande, ha tante voci e in questa polifonia ciascuno di noi può trovare il luogo
adatto per dare il meglio di se stesso.
Cinzia Mion in un articolo pubblicato sul sito ripropone alla nostra “riflessione” una delle slide
presentate in assemblea, suggerendoci “un’autointerrogazione puntuale, il più possibile scevra da
preconcetti e stereotipi”. Ci propone quindi delle domande specifiche, rivolgendosi direttamente a
ciascuno di noi:
“-come militante MCE, quali sono i punti deboli che mi riconosco oggi?
-nella mia autoreferenzialità mi considero a posto, per cui non necessito di altri stimoli che
provengano da ricerche nuove?
-o mi spaventa il dover farmi carico della fatica di “integrare” tali stimoli con il quadro precedente?
-mi rifugio allora “nell’ortodossia” del metodo considerando questo a priori e per sempre
autosufficiente?
-mi spaventano gli urti della complessità e perciò l’assunzione della “parzialità del punto di vista”?
-ho nostalgia del momento iniziale del noviziato in cui stavo assaporando il privilegio di essere
docente MCE? E il conseguente gruppo piccolo e protetto?”
Penso che porsi queste domande e soprattutto cercare insieme delle risposte sia uno sforzo
necessario per cercare di rafforzare la nostra identità in modo coerente con le sfide dell’oggi, non
così dissimili in fondo da quelle affrontate da molti di noi tempo fa, dai pionieri MCE a partire da
altri problemi che allora come oggi ci imponevano delle scelte coraggiose e controcorrente.
La cooperazione è sempre stata la nostra forza così come avere dei saldi riferimenti teorici ha che
hanno sempre alimentato la ricerca, dandoci quelle certezze che in tempi brevi non avremmo mai
potuto raggiungere. Una sorta di tâtonnement collettivo che ci ha portati dove siamo e ad essere chi
siamo, e che non possiamo continuare a fare.
Forse bisogna ripartire da lì…

La Segretaria Nazionale
Donatella Merlo