SECONDO PASSO: RicercAdozione

Metodologia della Ricerca e Adozione alternativa

Referente: Marta Marchi ricerca@mce-fimem.it

” … mettere al centro della scuola il bambino, liberarlo da ogni paura, dare motivazione e felicità al suo lavoro, creare intorno a lui dei compagni che non gli siano antagonisti, dare importanza alla sua vita e ai sentimenti più alti che dentro gli si svilupperanno, questo il dovere del maestro, della scuola, di una buona società” 

Mario Lodi, Il paese sbagliato.

“Fin dai primi anni la scuola promuove un percorso di attività nel quale ogni alunno possa assumere un ruolo attivo nel proprio apprendimento, sviluppare al meglio le inclinazioni, esprimere la curiosità, riconoscere ed intervenire nelle difficoltà, assumere sempre maggiore consapevolezza di sé, avviarsi a costruire un proprio progetto di vita”. (Indicazioni Nazionali per il Curricolo).

I bambini arrivano a scuola con un proprio bagaglio di conoscenze e di esperienze, spinti da una grande curiosità verso il sapere, interessati a scoprire il mondo che si dischiude piano piano davanti a loro; tutti fattori che, se presi in considerazione dall’adulto, li avviano all’osservazione, alla memoria e al pensiero. Più avanti nei gradi scolastici, i ragazzi mantengono tale inclinazione soprattutto se la scuola non ne ha mortificato l’energia e le propensioni. Essi continuano ad esplorare, in maniera autonoma e spesso con grandi competenze, il mondo nel quale sono immersi.

MCE propone e sostiene un approccio alla conoscenza in cui bambini e ragazzi siano ricercatori attivi e protagonisti del processo di costruzione, di rielaborazione e di produzione della conoscenza. L’insegnante, in una prospettiva progettuale, si fa interprete dei bisogni d’apprendimento, cogliendo i loro interessi e facilitando lo sviluppo dei percorsi. Il sapere, oggetto di conoscenza, è concepito come processo, come svolgimento, come conquista e non come fatto e dato.

Comunicare in madre lingua, sviluppare il pensiero critico e creativo, essere in grado di ricercare e selezionare informazioni, di elaborarle in modo collaborativo e cooperativo, sono azioni che hanno necessità di un ambiente completamente innovato per essere attivate. Questo ordine di obiettivi ha per forza di cose necessità di una pluralità di strumenti, di spazi e di metodi che non possono ridursi e rivolgersi ai libri di testo, già predisposti ed elaborati a monte dagli adulti e comunemente utilizzati quale fonte primaria con valenza sia informativa che formativa.
Nella scuola italiana vi è una possibilità, quella di fare Adozione di strumenti alternativi, conosciuta dai più come Adozione alternativa.
Tale scelta offre più d’una opportunità: rende concreta la libertà di insegnamento garantita dall’art.33 della Costituzione, permette di trovare gli strumenti adatti per la progettazione didattica-educativa di quella specifica classe o scuola; consente di mettere in campo metodologie che rispondano alle necessità reali dei bambini e dei ragazzi, considerati per le loro plurime identità personali, sociali, culturali ed economiche.
Nella complessità e vastità dei saperi, proposti oggi anche su supporti diversificati, fare questa scelta significa lasciare ampio spazio alla costruzione del pensiero poliedrico dei bambini, stupirsi delle loro scoperte, creare un ambiente fatto di parole e di ascolto nel quale tutti possano sentirsi
accolti con la loro specifica identità.

Nelle sedi opportune i docenti, nell’elaborare la richiesta di adozione di strumenti alternativi, possono individuare libri originali e opere artistiche di diverso genere e formato, materiali audiovisivi e artefatti culturali utilizzabili nelle diverse discipline.
Adozione alternativa non significa “opporsi a”, ma fare una scelta all’interno di un quadro legislativo che lo prevede.
Infine, fare questa scelta, lungi dal disperdere testi e risorse, aggiunge valore al nostro Stato poiché conserva, organizza e mette a disposizione di tutti un patrimonio fatto di libri, di risorse multiple, di didattiche innovative e cooperative nello spazio vitale che è la biblioteca di classe e di scuola.

“La mia proposta consiste nel sostituire ai 3, 5 o 10 libri-riassunto, così spesso indigesti, come d’altronde qualsiasi riassunto, una tecnica di lavoro dove il ragazzo tragga il proprio sapere da migliaia di libri, da schede, da dischi, da nastri registrati, per non parlare del grande libro della natura e dell’ambiente sociale a cui attingiamo in fin dei conti le nostre più profonde ricchezze”.

Freinet, La scuola del fare

MOTIVAZIONI DI UNA SCELTA

MANIFESTO RicercAdozione

VADEMECUM ADOZIONE ALTERNATIVA

RIFERIMENTI LEGISLATIVI

LETTERA AI DIRIGENTI E AI COLLEGI DOCENTI

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